Alla Ricerca Di Verità Che Trascendono Sensi

Alla Ricerca Di Verità Che Trascendono I Nostri Sensi

 

Alla Ricerca Di Verità : frequentavo la quarta o la quinta elementare, ora non ricordo con esattezza, era quello, un bellissimo pomeriggio autunnale, con l’aria pungente, terza e frizzantina, mio padre mi chiese se volevo andare con lui a prendere un po’ di terra al castagneto, l’humus che si trova in quella zona si dice sia particolarmente fertile e adatto a far crescere le piante di appartamento con particolare rigoglio con tutte le sostanze di cui hanno bisogno; non me lo feci ripetere due volte, mi preparai velocemente e balzai in macchina, mi piaceva stare con mio padre, mi raccontava delle storie e poi, insieme, cantavamo le canzoni in voga nella sua gioventù.

 

Io facevo il controcanto ad un canto abbastanza stonato .... ma per me sempre bello!!

 

In mezzo agli alberi di castagno, si intravedevano qua e là dei fasci di luce che penetravano prepotentemente tra il fitto fogliame e mi lasciavano stupita, meravigliata, euforica di vivere quelle sensazioni.

 

Mi facevano venire in mente avventure con personaggi fatati in boschi lontani, tra gnomi e fate ..... ma nonostante la mia lena a correre, i piedi cominciavano a sentire freddo e più sentivo freddo, più correvo senza modificare la situazione di partenza. Schiacciavo dei ricci di castagne dai quali faceva capolino il loro prezioso contenuto che mettevo in tasca per portare a casa per cuocere in seguito ......

 

L’autunno si vedeva nelle foglie dei vari tipi di alberi che cominciavano a dipingere tutta la montagna con pennellate di una vasta gamma di colori e la bellezza di tutto questo spettacolo della natura, mi stringeva il cuore in una emozione che non avrei saputo e ancora non riesco ad esprimere verbalmente ogni volta che si rinnova. So soltanto che ero felice e non mi importava molto dell’aria che cominciava a scurirsi e del freddo che diventava più pungente. All’usco e brusco ci siamo rimessi in macchina per tornare a casa.

 

La strada passava davanti al cimitero ed era l’unica in realtà all’epoca: qualche anno dopo sarebbero cominciati i lavori per costruire il cavalcavia così com’è ora. All’interno del cimitero si poteva accedere attraverso tre entrate di cui la principale, ossia quella centrale,era sbarrata da un robusto cancello di ferro, quasi sempre aperto, eccetto la notte. E’ proprio lì che io vidi un piedistallo a forma di cilindro, alto, con delle scritte in lettere maiuscole color oro, che non avevo mai notato prima. La lingua scritta mi sembrò il latino, anche se all’epoca, non avevo nessuna conoscenza di questa lingua morta .... comunque non riuscii a leggere ciò che vi era scritto.

 

Sopra il piedistallo, in piedi, con le mani congiunte in segno di preghiera e con il bel volto rivolto verso il cielo, c’era una signora vestita con un lungo abito bianco.

 

Dei suoi capelli scuri, si intravedevano alcune ciocche che uscivano da sotto una veletta, come quelle che le signore usavano indossare, un tempo, quando entravano in chiesa. Di questa donna avevo notato anche gli occhi di color turchese, lo stesso colore di quelli di mio padre che, per ironia della sorte, è uno dei pochi dettagli fisici che non abbia ereditato da lui.

 

Quante parole servono per descrivere una immagine, una sensazione, un tramonto ... Raccontandole sembra di svilirle un po’, perchè sicuramente diminuisce la portata dell’emozione che quella immagine, quella sensazione, quel tramonto suscitano in noi, nella nostra anima, nei nostri sensi che ne rimangono abbagliati .... Dunque, le parole non rendono l’immediatezza dell’impressione che viene in questo modo annacquata ..... ma ahimè, si hanno a disposizione soltanto le parole per poter esternare tutto ciò che è in noi o parlare di ciò che è al di fuori di noi.

 

Tutto questo per assicurare che notai questi particolari in pochi secondi, mentre la macchina guidata da mio padre passava davanti ai tre cancelli.

 

Non avrei dato per niente importanza al tutto se la signora non avesse avuto i piedi scalzi. Feci subito il raffronto con i miei piedi, gelati ormai da un pezzo nonostante indossassi i calzettoni, le scarpe e nonostante le corsette di prima .. e mi venne da pensare che forse quella donna era una pazza .... sicuramente non era normale a stare lì, in piedi come una statua, con indosso un vestito che sembrava essere leggero e per giunta senza scarpe.

 

Mio padre alla guida non si era accorto di nulla. Io girai la testa verso il cancello, incuriosita e, sempre più incuriosita, mi rigirai all’indietro sul sedile per continuare a vedere quell’immagine quando la macchina oltrepassò anche il terzo cancello. Purtroppo però feci uno sforzo inutile, perchè non c’era più nè la signora nè il piedistallo la cui presenza non avevo mai notato prima.

 

Chi era quella signora? Come feci a notare tutti quei particolari in modo molto chiaro nonostante fosse ormai quasi buio? Che cosa c’era scritto intorno al piedistallo? Lì per lì non sapevo cosa fare, ero attonita, ammutolita da una esperienza che giudicai molto più grande di me ed ebbi paura, una paura che continuò a tormentarmi il cuore e la mente per diversi giorni. Non potevo tenermi questo segreto, per me e ne parlai a scuola. Sicuramente la maestra interpretò il fatto come un sogno,una fantasia, un’immaginazione o comunque come un voler stare al centro dell’attenzione , ma non era così, affatto! A casa ho raccontato questo avvenimento da adulta e sono stata creduta perchè conoscono la mia assoluta onestà morale ..... e poi cosa avrei guadagnato dal raccontare una faccenda così particolare?

 

Invece, ne hanno guadagnato moltissimo la mia mente, il mio cuore e, paradossalmente anche la mia razionalità che ora non esclude niente a priori soltanto perchè un fenomeno non ha spiegazione scientifica e non può ripetersi sotto comando. La scienza, in fondo, non è altro che la punta dell’icesberg che l’uomo conosce, ma la maggior parte del sapere , secondo me, come l’iceberg, sta metaforicamente sotto l’acqua ovvero al di là della nostra portata di essere umani o comunque, attende di essere scoperto. Questo fatto ha rappresentato una pietra miliare importantissima nella mia vita ed è stato da sprone alla ricerca di verità che trascendono i nostri sensi, ma che si intuiscono, alla ricerca di innumerevoli testi che non avrei mai pensato di leggere e di amare .... alla ricerca di Dio.

 

“ A volte, nel succedersi delle settimane, avrei dimenticato il potere e l’immediatezza di questa .... esperienza. A volte sarei ricaduto nel tran tran della vita quotidiana preoccupandomi delle solite cose. I dubbi sarebbero riapparsi. Era come se la mia mente, quando non veniva messa a fuoco, tendesse a tornare ai vecchi modelli, alle vecchie credenze e al vecchio scetticismo. Ma allora mi dicevo: questo è realmente avvenuto! Mi rendevo conto di quanto sia difficile credere a questi concetti senza avere avuto un’esperienza personale. L’esperienza è necessaria per aggiungere la credenza emotiva alla comprensione intellettiva. Ma l’impatto dell’esperienza si attenua sempre più o meno.”

 

( Brian Weiss, Molte vite molti maestri,Arnoldo Mondatori editore,1997)

 

Questo non è successo con me. L’esperienza, a volte attenuata da quanto detto sopra, ritorna ad essere più viva che mai .... e i dubbi si dissolvono al pensiero di quei piedi scalzi e al ragionamento che ci feci sopra e, tutto sommato ........ non avrò mai parole sufficienti per ringraziarli!

 

Alla Ricerca Di Verità Che Trascendono I Nostri Sensi sono parole di Patrizia

 

Alla Ricerca Di Verità Che Trascendono Sensi

 

Alla Ricerca Di Verità

 

www.leparoledegliangeli.com

 

Stampa