26.02.2003

Fratelli, prepariamoci all’incontro; liberate la mente da ogni pensiero assillante; lasciate da parte ogni preoccupazione che nella quotidianità vi ha coinvolti.

Ora visualizzate il luogo ideale che vi è stato più caro, nel quale vi siete sentiti rilassati e felici; ricreate mentalmente questo stato di benessere e, oltre alle emozioni interiori, avvertite anche quei suoni familiari che vi aiutino a ricordare. In questo luogo, in questo momento nel quale vi sentite in pace e dimentichi di ogni preoccupazione, immaginate e sentite concretamente nel vostro corpo il calore benefico di un sole immenso che vi scalda e vi ritempra. Date a questa fonte di calore e di luce tutte le valenze utili alle vostre necessità, ai vostri bisogni immediati; assorbite da questa fonte inesauribile di prosperità, di pace, di salute, tutto quanto vi serve e anche di più, perché il di più possa essere indirizzato, convogliato generosamente a chi ha di meno; a tutti quei fratelli che non si sentono di chiedere, perché non si ritengono degni di ottenere; ad ogni fratello che soffre, ad ogni fratello che teme la fame, che teme di essere solo e abbandonato anche da Dio.

Noi, assieme a tutti costoro, mandiamo quanto gli serve: il nostro amore che diventerà pane per l loro corpi, guarigione per le loro malattie, conforto per le loro sofferenze. Con il nostro amore viaggia la luce che riapre gli occhi di chi è cieco nell’anima, di chi inconsapevolmente danneggia il proprio fratello.

Assorbite e introiettate tutta l’Energia e l’Amore che l’Universo tutto indirizza su di voi.

Fate circolare in voi stessi questa Energia/Amore per liberarvi da ogni ostacolo fisico e mentale. Questa linfa alimenterà i vostri corpi e li libererà da ogni malanno; nutrirà la vostra mente perché possa servirvi degnamente e non fare più da padrona. Questa linfa nutre e sostiene il vostro cuore.

Continuiamo con il trattamento rigenerativo e curativo di tutti i vostri corpi, affinché essi possano rispondere con efficienza ai vostri programmi incarnativi. Anche la sete di conoscenza che alimenta le vostre ricerche deve ottemperare all’intento di dare la priorità assoluta al riequilibrio di tutte le vostre funzioni fisiche, emotive e mentali, perché la tendenza a contrarre determinate malattie scaturisce dal non-allineamento delle vostre componenti. Tutte le discipline nelle quali vi addentrate dovrebbero avere come programma prioritario l’individuazione degli squilibri energetici e il loro ripristino. Anche le letture, che sono il vostro pane quotidiano, dovrebbero avere questo tipo di indirizzo, procurando però di non mettere in secondo piano la conoscenza di voi stessi, di tutti i livelli, di tutti gli strati che vi compongono perché, a mio avviso, sottrarsi a questa ricerca è un errore diffusamente condiviso dalla maggior parte di voi.

Non disdegnate, non trascurate di programmare momenti indispensabili per curare e rinforzare quelle parti di voi più deboli e malate. Anche il pensiero rivolto al pessimismo, all’infelicità, è causato da una parte malata che va curata. La sfiducia nel vostro prossimo, e in voi stessi, nasce da un elemento malato da risanare.

L’amore, una parola che riempie le vostre bocche, che usate in ogni ambito a volte impropriamente, non può prendere piede, non può attecchire in un terreno inadeguato. La preparazione dell’humus necessario è affidata alla vostra responsabilità, cominciando da voi stessi. Come potete amare gli altri se non c’è amore per voi? Come potete occuparvi dei vostri fratelli, se non vi preoccupate di quel tanto che è necessario per voi stessi? Il dolore che si affaccia nella vostra vita in tante sfumature ha un origine, una provenienza che è facile individuare, ma che erroneamente cercate fuori di voi nel rapporto con gli altri e nel rapporto col cosiddetto destino.

Siete sicuri che è così?

Voi siete l’origine del vostro dolore; siete una macchina che produce dolore, ma trascurate di prendere in considerazione che con la stessa potenza, con la stessa energia, la stessa macchina potrebbe produrre gioia e benessere.

Qualcuno pensa: "Nella quotidianità assistiamo a tanto orrore, a tante ingiustizie, a tante cattive azioni con cui i miei fratelli arrecano dolore". Io dico, a chi così pensa, che la compassione non deve mai essere disgiunta da un sano distacco che preservi la vostra integrità, l’integrità di tutte le vostre parti. La compassione si realizza attivando la forza interiore, ma ciò che accade ai vostri fratelli, non deve soggiogarvi nel dolore, perché esso è richiesto dalle loro stesse essenze ed è contemplato nel loro programma carmico che, insieme alle loro Guide, si sono costruito e che nessuno può alterare. Il libero arbitrio lo vieta. Tuttavia, la Legge superiore contempla la possibilità di modificare, di attenuare qualche aspetto, mediante la partecipazione amorosa e la condivisione empatica con quel fratello.

Continuate a chiedervi: a cosa serve allora lavorare e pregare per chi soffre? Cosa possiamo fare per sapere se il nostro intervento procura il miracolo, riaccende la luce, riaccende la speranza in un fratello disperato? È di grande merito quel che facciamo?

Il nostro Padre misericordioso ci ha insegnato di dare amore incondizionato a chiunque e, con queste Sue direttive, agiamo sempre fiduciosi che la nostra azione sarà foriera di aiuto, di beneficio, verso coloro cui viene indirizzato. Noi agiamo per amore, per impulso del cuore. Fatelo anche voi, fratelli, senza prefissarvi delle mete, senza aspettarvi risultati eclatanti dal vostro impegnativo lavoro. Niente viene sprecato, nulla si perde, ma tutto ritorna a chi lo ha mandato, sia nel bene sia nel male, nella fattispecie della dicotomia dei valori secondo come siete abituati a pensare nella vostra dimensione.

Allora preoccupatevi soltanto di dare il meglio di voi, perché ogni momento della vostra vita è prezioso e non va sprecato. Avete a disposizione l’opportunità di questa incarnazione. Fate in modo che non sia vanificato il vostro programma.

Ora mi rivolgo ai vostri cuori per trasmettere il mio Amore, per comunicarvi la soddisfazione di vedervi uniti e solleciti a dare il meglio di voi.

Nell’accomiatarmi, lascio ad ognuno di voi un abbraccio spirituale, un segno invisibile e intangibile di fraternità e di solidarietà che vi seguirà sempre.

Nutrite questo ricordo, perché è il dono più prezioso che possiate ricevere.

Addio, fratelli.

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