Perchè viviamo se poi dobbiamo morire

Perchè viviamo se poi dobbiamo morire esperienze durante un arresto cardiaco

 

Perchè viviamo se poi dobbiamo morire : questo ho scoperto nella mia esperienza, il valore della vita, il senso per cui viviamo, si, perchè viviamo anche se poi dobbiamo morire, ma vi racconto in dettaglio la mia storia; la sera prima del mio urgente intervento chirurgico successe una cosa strana, mentre stavo a letto sentii il mio spirito lasciare il mio corpo e potei vedermi distesa sul letto, cercai di svegliare spaventata mio marito ma lui non si svegliò.

 

La mattina seguente mentre ero in bagno, cominciò una forte tachicardia, ero in piedi e molto spaventata e presto mi mancò il fiato, sentivo che stavo per morire, ma come mamma mi terrorizzò l'idea che i miei figli mi trovassero morta nel bagno; in preda all'ansia pensai che se mi fossi messa nella vasca e mi fossi rilassata forse il malessere sarebbe passato, così entrai nella vasca e mentre stavo lì sentii ancora una volta il mio spirito lasciare il mio corpo e potei vedermi seduta nella vasca, questo mi terrorizzò nuovamente, letteralmente saltai nel mio corpo fisico e saltai fuori della vasca perchè non volevo che i miei figli mi trovassero morta dentro una vasca, strisciai verso il telefono e chiamai la mia vicina e le chiesi aiuto, quando arrivò ero debole, ma andava bene tutto sommato e riuscimmo a raggiungere l'ospedale.

 

In ospedale mi misurarono la pressione ma non riuscirono a rilevarla, sentii il bisogno di dire di non lasciarmi morire e da li a poco dai monitor a cui mi avevano agganciata videro la pressione crollare ulteriormente e fu li che tutto ad un tratto, il mio spirito lasciò il mio corpo e venni risucchiata come in un vuoto.

 

Il mio spirito saliva, sentivo che salivo sempre più in alto, prima fuori dall'ospedale e poi fin dentro l' universo; il mio spirito viaggiava velocissimo e vidi la terra sotto di me e mi parve di stare in mezzo alle stelle.

 

Poi tutto d'un tratto sentii un "bum" e atterrai in questo luogo molto nuvoloso; la gente che vedevo lì erano tutte persone morte delle quali una volta mi ero occupata come infermiera; mi diedero il benvenuto ed erano tutti sorridenti, si fecero da parte e in mezzo a loro vidi venirmi incontro mio padre che era morto sei mesi prima.

 

Ricordo come fui felice perchè amavo tanto mio padre e lui era morto; mio padre mi sorrise e mi prese per mano e mi condusse in un tunnel, il tunnel sembrava muoversi avanti e indietro e andai verso il fondo; c'era una luce che brillava su di me, non sentivo alcun dolore, sentivo un amore incredibile che si irradiava dentro di me.

 

Continuai a camminare nel tunnel e nel mezzo ora vi vidi una figura vestita in bianco con lunghi capelli e che mi dava la schiena; al di là di quest' uomo vi era un luogo incredibile, i colori erano interattivi e vivi, sembrava un paradiso, i colori erano vivi e le pietre e il cielo e l'erba e l'acqua tutto sembrava così bello e tutto sembrava interagire.

 

Vidi la mia vita davanti a me passare come in un film accelerato e vidi tutte le cose buone e tutte le cose cattive che avevo fatto nella mia intera vita, sì, tutta la mia vita mi è passata davanti in un lampo, tutte le esperienze buone e cattive, in un attimo, ho imparato che in questa vita dobbiamo soprattutto amare e che delle nostre azioni si rende conto minuto per minuto, e ho capito quanto siano importanti le reazioni che abbiamo l'uno per l'altro; ho imparato che il suicidio è un peccato imperdonabile per la nostra umanità e che la vita così interrotta dovrà riviversi da capo, con le stesse strade, gli stessi dolori, ho imparato che la vita non va data per scontata ma che ce ne dobbiamo prendere cura; ho imparato che soffrire è necessario per poter crescere sempre di più, ma soprattutto ho capito che siamo qui sulla terra per amare e essere amati e ho imparato che un semplice sorriso, una parola gentile o un riconoscimento possono cambiare il corso della vita di una persona.

 

Improvvisamente udii tre voci dirmi "puoi rimanere o puoi ritornare".

 

E io ponderai "posso rimanere o posso andare?" e dissi "non sono abbastanza buona per stare qui" e le voci dissero "oh, ma lo sei", e le voci erano così tenere, e il pensiero di restare era così seducente per me, volevo rimanere con mio padre ma improvvisamente sentii come strattonarmi per le spalle, sembrava che mi tirassero e seppi subito che erano le preghiere della mia famiglia, dei miei bambini e subito dissi "devo andare".

 

Mi trovai all'istante a ripercorrere il tunnel all'inverso e riattraversai l'universo e sentii un "bum" ed ero di nuovo nel mio corpo, chino su di me c'era il medico e mi diceva "perchè non mi hai detto che stavi così male, hai avuto un arresto cardiaco, ti abbiamo rianimata e abbiamo effettuato l'intervento senza anestesia e probabilmente morirai" e io dissi "oh no dottore, sono stata in paradiso e son dovuta tornare, non morirò".

 

Sono stata molto male per sei mesi e ho avuto un totale di 5 interventi e sono stata in condizioni critiche molte volte, ma sono sopravvissuta.

 

Dopo la mia esperienza molte persone sono venute da me per sentirmene parlare e molte mi hanno detto che ne sono state profondamente cambiate, alcuni sono scettici, altri hanno ora un impegno maggiore nell'amare gli altri.

 

Perchè viviamo se poi dobbiamo morire esperienze durante un arresto cardiaco è il racconto di Anna

 

 

 

Perchè viviamo se poi dobbiamo morire esperienze durante un arresto cardiaco

 

Perchè viviamo se poi dobbiamo morire

 

www.leparoledegliangeli.com

 

Stampa