La ricerca del senso profondo delle cose 2
La ricerca del senso profondo delle cose Voci di dentro seconda parte
La ricerca del senso profondo delle cose : oggi vi presento la seconda parte dell'esperienza raccontataci da Carlo; il nostro Carlo ci aveva raccontato del suo sogno premonitore e delle esperienze che poi maturarono; continuiamo ad ascoltarlo; la prima parte la potete trovare all'indirizzo
2, l’incidente.
L’esperienza avuta con la perdita di mio padre, aveva rafforzato la mia sensibilità , acuendone alcuni aspetti sopiti.
Gli anni seguenti trascorsero serenamente e le soddisfazioni familiari e lavorative sembravano aver allontanato quei momenti. Non avevo più sognato le mie nonne, ma ancora una volta, la presenza di nonna Cecilia, ritornava ad affacciarsi inaspettatamente.
Quella mattina ritornavo a casa dopo una giornata di lavoro, e percorrevo con un collega, la stessa strada consumata da anni, una fettuccia di asfalto, stretta e diritta, abbracciata da ambo i lati, da una lunga fila di alberi le cui radici, provocano pericolosi rigonfiamenti della carreggiata. Ad un tratto, come in un incubo, vedemmo innanzi a noi una vettura, posta di traverso in modo tale da occupare entrambe le corsie di marcia. Non correvo molto in quel momento, ma fui costretto a compiere velocemente una serie di repentine manovre, poi ebbi la certezza di non potere evitare l’impatto, strinsi forte il volante mentre il collega si tenne come poteva. Fu in quell’istante, prima dell’impatto, che percepii una sensazione di calore, protezione e tranquillità, come avvolto in una nuvola. Tutto durò pochi secondi, la mia auto riuscì a non impattare frontalmente con l’altra, evitando così il peggio. Uscimmo tutti bene da questa disavventura e ci guardavamo tra noi quasi increduli constatando i danni seri riportati dai due veicoli con la consapevolezza che le cose si sarebbero potute svolgere con altro esito.
Cosa fosse accaduto in quegli attimi non è descrivibile facilmente, la sensazione di sicurezza che provai non fu frutto di allucinazione o di alchimie del nostro sistema nervoso.
Io ho sentito, in quell’istante, la presenza materna di mia nonna Cecilia che, inspiegabilmente, si era manifestata, in qualche modo, in un momento di serio pericolo per la mia vita.
Da quella volta non ho avvertito più la sua vicinanza né ho provato analoghe e piacevoli sensazioni come quelle che non sono riuscito a descrivere!
3. La malattia.
Quel 2005, fu certamente l’anno più significativo della mia vita, ed ancora una volta sarebbe stato uno strano sogno a prefigurare il mio imminente futuro.
Mi trovavo in un ospedale insieme a mia sorella, luci gialle arancio, un lungo corridoio, poi ad un tratto un mucchio di persone raggruppate in un angolo, sporche di sangue, tanto sangue e mia sorella che mi salutava andandosene via.
Non feci caso al sogno e proseguii le mie giornate senza novità, ma da li a poco, in una sera d’inverno accadde qualcosa di strano.
Faceva freddo, ed io ero rintanato sotto le coperte al calduccio, quel pomeriggio non mi sarei alzato dal letto per niente al mondo , ma presto dovetti cambiare idea. Ancora quella strana sensazione, ad assalirmi, che mi indusse mio malgrado, a vestirmi per andare senza alcun motivo plausibile a farmi visitare. Quasi incredulo, da li a poco, mi ritrovai in fila tra i pazienti della mia dottoressa di famiglia. Quella sera, quando entrai nel suo studio, avvenne l’impensabile, io non sapevo cosa raccontarle, abbozzai ad alcuni sintomi influenzali e, da quello, la mia brava dottoressa mi visitò la parte posteriore del torace per oscultare i bronchi. Tutto bene mi disse, però vedo che lei ha parecchi nei dietro la schiena, sarà meglio richiedere una visita specialistica per un controllo dermatologico di routine. Da dieci anni mai mi aveva suggerito quel tipo di visita!
L’indomani mi ritrovai dallo specialista che, in stato di grande alterazione, impaurito forse più di me, mi comunicò di avere scoperto un melanoma sulla mia pelle. Furono attimi di puro panico, ma durò ben poco, subentrò quasi da subito una lucida serenità. Il tempo di raccontare la cosa ai miei e poi una telefonata a mia sorella, quella del sogno …. Lei mi disse di raggiungerla a Napoli per un controllo più accurato ed io accettai il consiglio, quasi come se non avessi avuto alternativa. Partii nel pomeriggio con quella strana sensazione di sicurezza, ero certo che tutto sarebbe andato bene, ma non avevo niente per poterlo credere veramente. Ed allora si iniziarono a manifestare le “ coincidenze” : ero a metà strada del viaggio verso Napoli, quando le luci dei fari di due auto mi lampeggiarono, quasi abbagliandomi, per poi sorpassarmi. Non avevo mai visto due auto che trasportavano una bara, correre così e, certamente, era la prima volta che venivo superato in quel contesto un poco macabro e certamente irrispettoso per il defunto trasportato. Immediatamente ebbi come il convincimento che quell’evento avesse per me un significato.
Giunsi a Napoli dopo poco e la sera mi ritrovai ad essere sottoposto ad una seconda visita, propinatami da un assistente di un luminare nel campo dermatologico. Da questi ebbi le prime tiepide rassicurazioni e trascorsi poi la serata in famiglia in attesa della successiva visita a cui mi sarei sottoposto da li a qualche giorno.
Al mattino lasciai l’androne di casa per recarmi in ospedale, provai ad attraversare la strada, ma dovetti fermarmi per far passare, con mia grande meraviglia, due auto che trasportavano un altro defunto. Che strana coincidenza in pochi giorni!
Arrivai al reparto e, con mia grande meraviglia, rividi lo stesso luogo che avevo precedentemente frequentato in quel sogno strano, illuminato dalle medesime luci, un corridoio lungo e piuttosto angusto. Che strano pensai tra me! A visitarmi un dottore che aveva raggiunto importanti successi nella cura del melanoma, un uomo molto pratico e geniale. Mi visitò tranquillizzandomi per l’esito della malattia e fissò poi la data dell’intervento.
Trascorsi i giorni che mi separavano dall’intervento con una strana tranquillità, quasi una pace interiore mai provata prima, poi giunse il fatidico momento. Quella mattina ero sereno, e mi trovai nuovamente nella stessa corsia di ospedale, ricavata in un sotterraneo di un rinomatissimo policlinico, così tanto voluta dal mio medico “salvatore” che l’aveva trasformata in un centro di elezione per la dermatologia napoletana. Il benvenuto mi fu dato da un chirurgo, giovane quanto me, che guarda caso si era fatto operare poco tempo prima per lo stesso mio problema.
Lui mi operò e tutto si svolse senza complicazioni.
Qualche giorno dopo mia sorella mi comunicò piangendo l’esito rassicurante della biopsia ed io quasi non ne fui meravigliato. Mi alzai dal letto, l’abbracciai e mi recai al bagno per sciacquare il viso, accesi la radio e, senza aver sintonizzato la frequenza, un conduttore, rivelatosi forse un prete, predicava la potenza dei miracoli di Gesù. Credo si trattasse di Radio Maria, che non ascolto mai, in quei giorni mi faceva compagnia un album di Pino Daniele, eppure in quel momento, ancora una volta magicamente, compresi che quello era stato il mio miracolo, avevo scorto la firma dell’Autore di quel fondamentale episodio di vita. Non caso, non fortuna, ma tutto assolutamente Superiormente voluto.
continua ......
La ricerca del senso profondo delle cose Voci di dentro seconda parte
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