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Testimonianze

Fiducia Nella Provvidenza Divina

Fiducia Nella Provvidenza Divina Testimonianza Diario Spirituale
 
Fiducia Nella Provvidenza Divina : questa lettera che leggerete tra breve è stata indirizzata da Silvana a tutte le persone che la conoscono e l'apprezzano, ma l'ha voluta inviare anche a me e, di conseguenza, a tutti voi, come sua testimonianza o, per dirla con le sue parole, "la mia vuole essere una semplice testimonianza che nella vita si debba guardare oltre quello che si vede ad occhio nudo; lo dico da poco, perchè sono sempre stata molto materialista, ma penso di aver intrapreso un sentiero che mi porterà ad affidarmi molto di più di quanto ho fatto fino ad ora alla Provvidenza Divina"; leggiamo allora il diario spirituale di Silvana, un saluto a tutti da Sara Luce.
 
Miei cari, in questa missiva vi vorrei parlare delle cose molto particolari che stanno accadendo nella mia vita ormai da anni e che hanno a che fare, penso, con Dio, i nostri Angeli Custodi e l’al di là.
 
Molte sono le prove che ho vissuto in prima persona negli anni, il fatto di scriverle per me è importante per poterle memorizzare e fissare e costruire una sorta di diario “spirituale”. La persona che più di tutte sa di queste cose è mio marito, ho accennato ad alcuni di voi una serie degli eventi accadutimi, ma ad altri non ho mai detto nulla, forse per ritrosia, o forse solo per paura di non essere creduta.
 
Farei partire la lista degli eventi, anche se chissà se prima già si era manifestato qualcosa o qualcuno, non me lo ricordo o comunque non sono stata in grado di associarlo a nulla di particolare, al 19 ottobre del 2005. Ricorreva in quel giorno il mio anniversario di matrimonio ed io ed Andrea eravamo andati a festeggiarlo con una bella cena in un ristorante a Tigliole d’Asti. Sulla strada di ritorno, a Villanova, fummo fermati da una pattuglia di vigili urbani. Il vigile urbano che ci controllò, nel momento in cui ci lasciò ripartire, fece una cosa alquanto strana, batté i piedi per terra e fece il segno dell’attenti e disse “ossequi alla signora”. Sia io che Andrea fummo molto colpiti da questa cosa ed entrambi pensammo al suo papà, Paolo, mancato nel 2001, che era solito avere degli atteggiamenti molto cortesi nei confronti delle “signore”. Quella notte fu concepito nostro figlio, Paolo (che tanto ricorda il nonno paterno) che nacque poi il 23 luglio dell’anno successivo. Era da diversi mesi che cercavamo di avere un bambino, ma purtroppo non arrivava, le ansie e le delusioni crescevano. Il nostro desiderio era stato accontentato.
 
A settembre del 2007 concepimmo la nostra seconda bimba, la nostra cara Giulia. Non stavamo cercando un figlio, proprio nell’autunno Romana, la mamma di Andrea che aveva subito un intervento molto gravoso nell’estate, si ammalò gravemente, per poi morire a gennaio del 2009. Romana chiamava Giulia la sua stellina e nessuno ci toglie dalla mente che fu il nonno a mandarla, in sostituzione della nonna, che invece sarebbe salita in Cielo di lì a poco.
 
Quando nel febbraio del 2010 la mamma Ferdinanda, andò all’ospedale, rimasi profondamente turbata di come veniva trattata dagli infermieri del reparto di Medicina Generale (come una vecchia pazza). Il giorno in cui la dimisero senza avvisare nessun parente feci intervenire il Tribunale dei malati, attraverso cui ottenni la sera stessa che venisse nuovamente ricoverata: il ricovero servì poi per darle un passaggio prioritario alla casa di Cura di Albugnano, dove trascorse i suoi ultimi mesi di vita. In quei giorni lessi attentamente le sue carte delle dimissioni, la sua era una neoplasia al fegato, portata da una cirrosi epatica, dovuta ad un’epatite. La mamma era stata avvelenata da una delle tante trasfusione che aveva dovuto fare nel passato, attraverso le quali aveva contratto una forma di epatite! Non solo lessi che la neoplasia al fegato portava ad una neuropatia, confusione mentale, tremore della mani, etc. Capii che quello della mamma non era esaurimento nervoso ma era per l’appunto questa neuropatia maledetta. Ne parlai con il medico del Giglio, dove nel frattempo era stata ricoverata, il quale sebbene confutò la mia ipotesi, iniziò una terapia di disintossicazione proprio con quegli enzimi e quei purgativi che erano indicati per la risoluzione della neuropatia, su quel benedetto sito internet! La mamma stette meglio e recuperò anche quella lucidità che aveva perso negli ultimi mesi, fino praticamente all’ultimo momento.
 
Proprio in quel mese un caro collega di Andrea, ragazzo molto giovane e papà di due bambine dell’età di Paolo e Giulia si ammalò gravemente di una forma di neoplasia alla gola. La stessa forma tumorale che aveva avuto Romana. Questo ragazzo era in cura alle Molinette, sembrava tuttavia che non lo stessero curando bene. Io ed Andrea gli avevamo fortemente caldeggiato uno specialista otorinolaringoiatra che mi aveva operato qualche anno prima a Milano. Questo illustre primario del San Raffaele, tale Bussi, era ( ed è) il migliore nel suo campo in Italia. Andrea gli andò a parlare ed alla sera mi disse “ Marco non vuole andare, dice che vuole rimanere con i medici di Torino, perché con uno di essi giocava a calcio con lui e lo conosce bene” .. a queste parole non volevo credere! Mi sembrava di rivivere il film della povera Romana. Infatti, sebbene conoscessimo già questo illustre dottore Bussi, all’epoca lei non volle spostarsi dall’ospedale di Asti, perché lì c’era un dottore, figlio di un suo vicino di casa.
 
Romana fu portata dall’emerito dottore Bussi solo quando non era più possibile salvarle la vita (tuttavia egli contribuì notevolmente a farle vivere meglio gli ultimi mesi). Dissi immediatamente e con forza ad Andrea “ no stiamo commettendo lo stesso errore con Romana, tu lo devi convincere ad andare da Bussi”. Andrea, persuaso, ne parlò ancora con Marco, che convinto prese un appuntamento dall’esimio studioso. Questi gli confermò che da Torino avevano sbagliato ogni tipo di cura e di diagnosi (esattamente come Asti aveva fatto con Romana). Egli fu operato al San Raffaele 10 gg dopo con urgenza. Egli ora sta bene e vive con le sue due bambine e la moglie.
 
Nel giugno del 2010 un ladro entrò a casa nostra. Egli trovò nel cassetto delle mie gioie tutti i miei gioielli, ma portò via solo quelli che mi aveva regalato Andrea. I regali di mia suocera Romana, anch’essi presenti nel cassetto ( un fascione di diamanti, una collana di perle, una collana d’oro e d’ambra) non furono rubati. In realtà la collana d’ambra il ladro cercò di rubarla ma rimase impigliata nella finestra. (Romana non aveva permesso che i suoi regali fossero rubati, perché sapeva bene di non potermene fare altri ....?)
 
Al 31 ottobre del 2010 alla messa del 9 anniversario di morte di mio suocero Paolo, chiesi la grazia di farmi ritrovare Maria Grazia che, in preda ad un esaurimento nervoso, si era spontaneamente allontanata il giorno stesso dalla sua abitazione, stando una notte fuori di casa e dormendo all’addiaccio. Il mattino dopo mi svegliai prima del solito perché avevo un treno da prendere per andare a Milano per lavoro. Passando per Pino T.se alle 7 di mattino, buttai l’occhio sul ciglio della strada e per caso vidi MG che stava aspettando il Bus 30 per andare a Torino. La caricai e la portai in Via San Francesco. Sebbene fossi dovuta tornare a casa, riuscii comunque a prendere quel treno in perfetto orario e a recarmi normalmente a Milano per la mia missione (il mio Angelo Custode ha vegliato su di me?)
 
Il 29 novembre del 2010, poco prima del rosario che si tenne per la morte della cara mamma Ferdinanda, Maria Grazia si allontanò di nuovo spontaneamente dalla sua abitazione. Luisella mi telefonò spaventatissima, quella notte nevicava ed una notte fuori le sarebbe potuta essere fatale. Mi era venuto a trovare a casa il mio capo di allora. Persona che, purtroppo, ha nuociuto molto alla mia carriera e crescita professionale ed umana. Egli era venuto per una visita di cortesia (il diavolo ci aveva forse messo lo zampino? Forse voleva trattenermi in questo modo a casa). Non esitai a metterlo fuori casa immediatamente, senza troppe scuse. Uscii con la macchina, girando verso Chieri, dopo 300 metri trovai MG, infreddolita e la riportai alla casa di Cura. Se avessi atteso anche solo 5 minuti, lei avrebbe oltrepassato la mia strada ed io probabilmente non l’avrei più trovata.
 
Subito dopo la morte della mamma scrissi un’accorata lettera al frate che riceve presso il Santuario di Mellana, Cuneo. Egli è un frate, che ha preso il dono direttamente dal Frate di Pietralcina. Molte sono le persone che si rivolgono a lui per avere la grazia. Gli scrissi per Maria Grazia, dicendogli che ero molto preoccupata per il suo stato di salute e per la sua situazione. Egli mi rispose, dicendomi che avrebbe interceduto per lei. A distanza di due anni, Maria grazia ha ottenuto diversi miglioramenti, nel suo stato di salute e di vita, ottenendo la pensione e la residenza in una comunità alloggio.
 
Andando avanti negli anni, non solo si sono verificate delle “fortunate” coincidenze ma ho avuto anche delle premonizioni.
 
Ad inizio febbraio del 2012, alle 18 di sera andai presso un centro massaggi di Pecetto T.se per sottopormi ad un rilassante e piacevole massaggio estetico. Quella sera, contrariamente a tutte le sere, sarebbe andato papà Andrea a prendere i bimbi. A metà del massaggio fui presa da una strana sensazione sulla mamma, mi sembrava di vederla in un immagine, tutta incorniciata da luci ardenti. Iniziai a pensare cosa ci facevo lì e a sentirmi in colpa per quel piccolo vezzo che mi ero concessa. Sentivo che la mia famiglia aveva bisogno di me. Mi recai di corsa a casa ed aprendo la porta non dissi nemmeno ciao, ma dissi “ che cosa è successo?” (Andrea può testimoniare). Mio marito mi disse” Paolo si è fatto male”. Era stato spinto da un compagno proprio tra le 18 e le 18,15 (orario in cui normalmente non sarebbe più stato a scuola, ma per colpa del mio stupido vezzo, si era dovuto trattenere, perché il papà sarebbe arrivato un po’ dopo l’orario normale, a causa degli impegni sul lavoro). Scopriremo il giorno successivo al Pronto Soccorso che Paolo si era fratturato una clavicola, con una frattura scomposta, dalla quale fortunatamente è guarito in una ventina di giorni.
 
Un’altra cosa carina che riguarda Paolo riguarda l’iscrizione alla scuola salesiana “Santa Teresa”. A questa scuola salesiana lo avrebbe sempre voluto portare la nonna Nanda, anche se debbo dire che io avrei preferito all’epoca in cui me ne parlava optare per una scuola statale. Alla fine ci convincemmo io ed Andrea che la cosa giusta era iscriverlo a questa scuola. E così facemmo a settembre 2011. Che delusione scoprire a dicembre di quell’anno, tramite una lettera da parte della direttrice che purtroppo Paolo non era stato preso, perché non c’erano più posti e la scuola doveva dare la precedenza ai bambini che avevano già fatto lì la scuola materna. E che gioia è stato apprendere con una telefonata, da lì a quindici giorni che Paolo era stata preso (due o tre bambini avevano rinunziato). E nessuno mi toglie dalla mente che ci sia stato lo zampino della nonna Nanda …!
 
Ad inizio ottobre del 2012 si verificò poi il caso di una mia collega ed amica Doriana. Ella ebbe purtroppo nella domenica un bruttissimo episodio di affanno respiratorio. Tanto brutto che venne ricoverata all’ospedale. Il lunedì mattina sia io che un'altra collega ci preoccupammo molto quando non si presentò al lavoro e nel contempo non rispondeva ai nostri sms. Non sapevamo a chi rivolgerci per avere informazioni, non avevamo altri numeri o recapiti. Il martedì mi chiamò questa mia collega disperata, io ero a Bologna per lavoro, il compagno di Doriana aveva chiamato in reception dicendo che Doriana non era stata bene ma non dando nessun altra informazione. Io dissi alla mia collega chiama all’ospedale di Moncalieri, secondo me è lì. Così fece ed effettivamente si trovava al reparto rianimazione ( si è vero abita a Moncalieri, ma vicino anche al Sant’Anna, al Cto e alle Molinette). Al pomeriggio mi chiamò di nuovo piangendo, io le risposi con tranquillità “stai tranquilla Doriana sta bene”, tuttavia dopo un’ora la chiamai io. Ero molto scossa, sentivo che il pericolo era stato grande. Effettivamente Doriana era stata in coma, e ne era uscita salva solo il martedì dalla domenica sera, con grande sforzo dei medici che le avevano salvato la vita.
 
Altre cose mi sono successe ad ottobre molto particolari. Ad esempio entrando un sabato al Pam con i bimbi, sentii un gran calore e sentii che avrei incontrato Mauro, un mio vecchio compagno di Università, che sì abita a Pino, ma che non vedo mai. Capite bene il mio stupore quando nel reparto vini, dopo un quarto d’ora, me lo trovai davanti!
 
Un altro episodio recente che ritengo di un certo significato è avvenuto a gennaio del 2013. Da inizio dicembre il papà di una nostra cara amica Lorena era stato ricoverato per una forma di Leucemia abbastanza grave, egli era tuttavia una persona giovane e c’erano buone speranze che si salvasse (tanto da essere inizialmente dimesso dalla struttura in cui si trovava). Il pomeriggio dell’Epifania dissi ad Andrea di chiamare il marito di Lorena per invitarli a cena, avevo piacere di parlare con loro. Michele, il marito, ci disse che Lorena era all’ospedale: il papà si era aggravato. Alla sera guardavo insieme ad Andrea la televisione. Era intorno mezza notte. Ad un certo punto, in maniera assolutamente autonoma, sentii nel cuore una forte tristezza, nella mia mente si formò l’immagine di mia suocera Romana che si girava verso di me di spalle, ed ebbi la certezza che il papà di Lorena fosse mancato. Il giorno successivo il compagno di Lorena ci avvisò che egli era mancato poco dopo la mezzanotte. Quando raccontai alla figlia cosa era successo nella mia mente, lei si mise a piangere e mi disse “non sai quante volte ho pensato in questi mesi a tua suocera e a quanto avesse sofferto in quei mesi di malattia”.
 
Un altro piccolo segno finale, mentre scrivo questa documentazione mi ha chiamato un promotore che si chiama Davide Arcangeli. Non vi fa forse sorridere?
 
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