Le Parole degli Angeli
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Miracoli

Santina Campana miracoli

Santina Campana miracoli e grazie

 

Santina Campana miracoli : un giorno andai con mamma in pellegrinaggio dalla beata Santina Campana, nel paese di Alfedena (L’Aquila), in Abruzzo, nella sua casa Natale, io in preghiera avevo chiesto dei segni e ne ebbi ben 3, quando finita la visita nella casa di Santina, scendemmo giù dove si vendevano gli oggetti, mamma mi chiese se volessi qualcosa; io sono sempre appassionata di libri, ne scelsi 3, ma puntai quello che costava meno; mamma aveva già pagato il pellegrinaggio, io non avevo soldi figuriamoci lei con tanti figli, quando aprii il libricino scelto, sentii un profumo intenso di fiori, anche mamma lo percepì

 

Il primo segno, il fratello di Santina, Don Bruno, sacerdote, al portone della casa mi abbracciò forte forte, scegliendomi tra una miriade di persone, eravamo circa una cinquantina.

 

Il secondo segno, il profumo di fiori dove si vendevano i libri.

 

Il terzo segno, a casa trovammo mio fratello guarito; .mia madre si era recata in pellegrinaggio per chiedere grazia per mio fratello, stava a letto da tempo senza voglia di vivere; quando siamo tornate a casa mamma l'ha trovato fuori dal letto e per quel tempo era già un miracolo e giorno dopo giorno si è ripreso.

 

Comunque un'esperienza di fede MERAVIGLIOSA

 

Santina Campana miracoli e grazie è la testimonianza di Patrizia

 

Per chi vuole approfondire questa è la presentazione della beata Santina Campana fatta da don Antonio Rosa - Diocesi di Avezzano

 

Santina Campana è nata ad Alfedena (AQ) il 2 febbraio 1929 da genitori contadini, pii e praticanti, che ebbero 9 figli, dei quali due morirono in tenera età. Tre sorelle si fecero Suore, due fratelli religiosi ed una si sposò. Santina partecipò attivamente alla vita Parrocchiale sia nell'A.C., sia nell'insegnamento del catechismo, sia nelle attività ricreative, nelle quali dimostrò capacità, intelligenza, oltre che dedizione ed impegno.

 

L'ultima guerra portò scompiglio nelle popolazioni e, come tanti; dovette sfollare con la famiglia, subendone tutti i disagi e le paure e i pericoli materiali e morali, che ne seguirono. A 14 anni, nel 1943, il suo fisico cominciò a deperire per una polmonite, pleurite poi, che l'afflisse per quasi tutto il tempo dello sfollamento. Guarì perfettamente per opera di un ufficiale medico alleato.

 

Il 26 giugno del 1944 poté tornare con la famiglia ad Alfedena, dove trovò la casa quasi completamente distrutta dalle bombe; il 1 ottobre del 1945 entrò nella Congregazione delle Suore di Carità a Roma, appagando un ardente desiderio di consacrarsi completamente al Signore; appena sei mesi dopo il noviziato, il 25 marzo 1947, a 18 anni, ebbe la prima emottisi. A luglio di quell'anno fu ricoverata al Policlinico di Roma e, dopo sei giorni, fu trasferita al Sanatorio di Pescina, oggi Ospedale Civile Rinaldi.

 

Nonostante due tentativi di operazione, uno eseguito a Roma e l'altro non potuto eseguire a Firenze, dopo brevi soste a Roma e a Firenze, si ritirò a Pescina, dove rimase tre anni e dove poté svolgere un'opera meravigliosa di bene; il 4ottobre del 1950, a soli 21 anni, morì a Pescina. Volle che fosse sepolta sotto terra nel modo più semplice ed umile, ma presto la Sua tomba fu meta di pellegrini.

 

Il 9 aprile 1961 una pia persona di Tivoli, per una grazia importantissima volle esprimere il suo grazie offrendo un sarcofago monoblocco in travertino e il 3 settembre 1967 la salma di Santina dal Cimitero fu trasportata nella Chiesa Parrocchiale di S. Giuseppe, dove oggi è custodita nello stesso sarcofago. In quella circostanza il Vescovo Mons. Valerii aprì ufficialmente il processo diocesano di beatificazione; gli atti del processo sono stati inviati alla Congregazione dei Santi per l'esame definitivo.

 

Si potrebbe dire che è una breve storia, ma dentro questa storia è stata vissuta da Santina la più bella ed esaltante avventura ; la sua acuta sofferenza non solo non ha scalfito la sua fede, ma l'ha purificata ed esaltata; non solo non ha distrutto la sua speranza, ma l'ha ingigantita; non solo non ha raffreddato la sua carità, ma l'ha fatta esplodere così da contagiare chiunque le fosse vicino.

 

Che lezione di fortezza impartisce quando scrive «Mi raccomando di non tormentarvi, di essere tranquilli e di non piangere perchè questo dispiace a Gesù, che tanto ha sofferto per noi».

 

Che esempio di fede, quando in tempo di guerra, in mezzo alle rovine, esortava «Che volete fare dei beni di quaggiù! Vedete come sono? Oggi esistono e domani non più! I beni del cielo invece sono eterni! Su, coraggio, ci sono al mondo persone che in questo momento soffrono più di noi e noi invece di ringraziare Iddio, che ci ha salvati. da tanti pericoli, osiamo lamentarci! E questo il momento di farci tesori per il cielo, attraverso le privazioni e le pene di ogni momento»

 

Queste cose le diceva, ma le praticava anche. Lasciando la casa religiosa per andare a curarsi della malattia, ne baciò le mura, esclamando «Comincio la mia salita al Calvario! »

 

È la consapevolezza perfetta del suo stato, del suo martirio e fin dall'inizio, con totale abbandono alla volontà di Dio accettò la durissima strada del Calvario; quando qualcuno voleva provarsi a consolarla, con un bel sorriso, esclamava «Consolarmi, e perchè? Io non soffro affatto! I giorni mi volano uno più bello dell'altro. Più sono malata e più sono contenta! Al Signore piace condurmi per un sentiero apparentemente spinoso; ma so bene che ad ogni spina corrisponde un cespo di rose! »

 

Chi ha conosciuto Santina ha potuto costatare che viveva solo per far felice gli altri e voleva che gli altri non si accorgessero della gravità del suo male; irradiava sempre una gioia serena. Poteva consolare, ma non aveva bisogno di essere consolata. Il suo dolce conforto era sempre Lui, il suo dolce Gesù. A tutte le ricoverate portava parole di conforto e i suoi più assidui servizi, tanto da destare meraviglia, mentre era lei che aveva tanto bisogno di aiuto.

 

Hanno detto «Sembrava un angelo che il Signore aveva mandato tra le mura del Sanatorio»; sempre pronta a trovare amabili e inoffensivi scherzi per risollevare il morale e far dimenticare il peso del male. Santina trovava tutta questa forza nella preghiera assidua, nell'amore incondizionato a Gesù Eucaristico e alla Madonna, verso la quale dimostrava tenerissima e filiale devozione.

 

Santina Campana miracoli e grazie

 

Santina Campana miracoli

 

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