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La Legge del karma la fede e rapporto con Dio

La Legge del karma la fede e rapporto con Dio Messaggio delle Guide

La Legge del karma la fede e rapporto con Dio

07.02.2012

Le Guide Angeliche dettano a Lidia al Gruppo di preghiera Amore e guarigione di Catania

Vi saluto, fratelli. Vengo a voi con tutta la carica del mio amore e con esso riempio tutti i vuoti della vostra esistenza. La potenza del mio amore rinsalda e rinforza le vostre energie e quella capacità di affrontare e superare ogni problema dell'esistenza.

Come sempre siete in presenza di tutta la Comunità che vi ha in carico, di Spiriti di luce che sono sempre attenti al vostro operato e fiduciosi come non mai della vostra crescita, del vostro progredire nella scala spirituale. E anche se il cammino possa presentarsi pieno di intralci, di trabocchetti, la vostra tempra spirituale è tale da farvi superare ogni intoppo. È vero anche che in un essere incarnato la stanchezza può sopravvenire - com'è naturale - ed è desiderio legittimo  avere a disposizione e condurre un tenore di vita più leggero e senza impegno ma, senza sofferenza, senza prove continue, non si può parlare di crescita, non si può dire di avere intrapreso un cammino spirituale e di esserne consapevole.

Le mie parole possono sembrare una blanda consolazione dinanzi alle sofferenze e ai problemi che affrontate nel quotidiano.

Fratelli miei, non si può dire altro, non possiamo ingannarvi su quella che è la verità, la verità dell'esistenza. Se voi credete - come so di certo - nelle varie incarnazioni, nelle varie rinascite attraverso le quali lo spirito incarnato sperimenta e acquisisce consapevolezza, risvegliando il suo potere primordiale antico, non dovreste lagnarvi se per ognuno di voi la vita si dispiega con alti e bassi e con doverose incombenze.

Però devo sottolineare un fatto importantissimo che a qualcuno sfugge; man mano che si va avanti verso un percorso spirituale, mediante esso si acquisisce una carica maggiore di capacità di sapersi destreggiare nei problemi della vita e, quindi, è come avere una marcia in più rispetto ad altri fratelli per affrontare la variegata esistenza. Per noi questo è un valore aggiunto che si conquista attraverso le prove e attraverso la fede, la fede certa dei propri convincimenti, quella fede che non vi fa tornare indietro, nonostante tutto; la fede che vi ha sostenuto e continuerà a sostenervi nelle malattie, nelle incomprensioni col vostro prossimo.

La fede nel nostro Creatore rappresenta il riconoscimento di quel potere immenso che Dio ci ha conferito, un potere che quasi sempre è ignorato o usato in maniera impropria.

Fratelli miei, in questi anni di sodalizio vi abbiamo, a poco a poco, abituato alla riscoperta del vostro vero valore e vi abbiamo suggerito le modalità per rieducarvi alla vera disciplina spirituale. La disciplina spirituale è assai diversa dalla disciplina dei valori sociali del mondo in cui vivete e, pertanto, siete in grado di fronteggiare ogni evenienza dell'esistenza con gli strumenti e le modalità giuste.

Non sempre quello che si desidera, che ci si prospetta come meta, è modificabile o raggiungibile a seconda dei casi, perché non dobbiamo dimenticare – anzi  dobbiamo tenere sempre in mente - la Legge del karma, la Legge infallibile del karma. Quando si ignora la sua esistenza, il suo meccanismo di azione, si può credere di essere abbandonati dal Creatore, di essere preda di fatti ingiusti, di punizioni non meritate. Pur nondimeno, anche che in seno a questa Legge, alla sua intransigenza e infallibilità ci sono state date le possibilità - ad ognuno di noi - di alleggerire il peso di un evento, di capirne la motivazione profonda, anche se antica, ancestrale, potendo ricollegare un evento antico con i fatti dell'esistenza quotidiana. Cioè a dire: la luce dello spirito può illuminare la vostra mente alla comprensione di un evento ritenuto ingiusto, immeritevole, per rivederlo con altri occhi. Cioè a dire come l'effetto di una causa antica, sconosciuta che si ripropone - anche sotto forme apparentemente diverse - soprattutto come un dono dal cielo, come una chance in più  per risolvere definitivamente un aspetto, un nodo del proprio karma.

Sciolto questo nodo che ci ferma, che non ci fa andare avanti, si può proseguire più speditamente.

Più volte vi abbiamo incitato,  sollecitato alla riflessione - anche nei momenti di sconforto, nei momenti di paura - perché la riflessione permette un controllo ottimale delle emozioni e da questo controllo si può giungere alla comprensione quasi totale di ciò che ci succede e individuare il motivo, il motivo più profondo.

La vostra educazione sociale è stata contrassegnata da una consuetudine ormai diffusa e radicata. Quando va tutto storto nella vita - vi è stato detto e voi avete creduto senza la giusta riflessione - vi è stato detto che la Provvidenza vi ha abbandonato, che Dio non si è curato di voi. La conseguenza logica può essere di due maniere: o perdere completamente la fede, il rapporto con Dio, oppure cercarne il sostegno, l'aiuto, scongiurarne l'aiuto.

Entrambe  le modalità non sono salutari e risolutive del problema.

Noi vi abbiamo indicato come affrontare gli ostacoli della vita, cioè a dire anziché abbattersi, annichilirsi, bisogna ricercare tutte le energie per fare fronte e superare il problema: energie interiori ed energie esteriori anche attraverso la richiesta di collaborazione di altri vostri fratelli.

Da questa sinergia viene fuori la risoluzione del problema!

Quello che potete dare ai vostri fratelli quando sono ammalati, quando sono in stato di bisogno, quel sostegno emotivo, affettivo non è poca cosa - assieme ai rimedi che la società vi offre, rimedi clinici e farmacologici; ma non potete andare oltre, cioè non potete impedire che un vostro fratello affronti un’esperienza di infermità, di dolore e, a volte, anche di morte. È questo un riconoscimento che dovete sempre tenere in mente tutte le volte che vi date da fare, che intervenite per aiutare i vostri cari.

Il sostegno emotivo, il sostegno affettivo ha un valore immenso perché la trasmissione  empatica, telepatica dell'amore che provate, dell'interesse che provate per l'altro può essere di grande aiuto per chi soffre, per chi è infermo. Così facendo, inviando e trasmettendo, così, il nostro amore siamo in grado di stimolare e quindi attivare le potenziali risorse di quella creatura; viceversa, nell'altra maniera, indirizzando il nostro malumore, la nostra antipatia non aiuteremo certo quel fratello, quella sorella.

Ogni persona che vi viene messa al fianco durante gli accadimenti della vita  rappresenta un banco di prova necessario per la crescita ed è un banco di prova che il vostro spirito ha richiesto. Qualche volta non siete in grado di superarlo e vi ritirate, vi allontanate da quella esperienza perché non volete continuare a soffrire, perché non vi sentite capaci di andare avanti. Però dovete tenere in mente che quell'esperienza non portata a termine dovrà necessariamente ripresentarsi nell'arco della stessa vita o in una successiva.

Pertanto, nessuno si sottragga volontariamente al karma che ha programmato e prodotto per se stesso!

La comprensione profonda, totale - richiesta dal nostro spirito - può sembrare qualcosa di incomprensibile per la mente umana; ma vedete, fratelli, la vera comprensione si realizza quando l'amore è puro, l'amore è vero e non quello che potete sperimentare e conoscere nella vostra dimensione. Perché ci sia posto per la comprensione, quella con la “C” maiuscola, occorre che la sensibilità del sentire diventi sempre più profonda, sempre più ampia.

L'esistenza - dunque - non rappresenta una bazzecola, una storia banale dalla nascita alla morte ma, piuttosto, il formarsi di un curriculum di grande valore, un curriculum che ci rende degni, ci fa sentire degni e vicini nell'Amore di Dio.

Oggi la vostra mente, fratelli, è super impegnata e centrata nei problemi dell'oggi e del domani e tutte le vostre energie vanno a confluire sull'incombenza che giustamente dovete portare a termine. Però io vi dico che è necessario e doveroso lasciarvi degli spazi, delle intercapedini nell'arco delle vostre giornate, del vostro tempo per ricercare il dialogo col vostro spirito. Trovate degli spazi per riconoscervi, per conoscervi meglio: nel cosiddetto bene, nel cosiddetto male, nei pregi e nei difetti: in una  maniera completamente diversa da come vi vede il vostro prossimo, cioè a dire nella vostra vera essenza. Dalla accettazione di voi stessi, nella sua totalità, c'è l'accettazione, è compresa l’accettazione degli altri e, di conseguenza, un clima di maggiore armonia nella vostra vita.

Non si può saltare, evitare questa fase, anche se è importante l'amore per gli altri, è più importante l'amore verso se stessi. Vedrete che così facendo le tinte forti della vostra vita si attenuano, perdono la loro intensità, come il dolore, come la rabbia, come il senso di ingiustizia e il giusto diritto alla giustizia. I toni accesi che tanto vi fanno soffrire, che tanto vi impegnano diventano toni pacati e la vita diventa vivibile. L'accettazione degli altri, dei vostri parenti, quelle figure che la vita vi ha messo accanto come conseguenza delle vostre scelte può essere a volte difficile, laboriosa, impegnativa ma è la vostra vita; non potete fare altro che accettarla perché non è la vita di un altro. 

Addio, fratelli.

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