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Gruppo di preghiera Amore e guarigione di Catania – messaggio

Le Guide Angeliche dettano a Lidia al Gruppo di preghiera Amore e Guarigione di Catania

30.11.2010

Fratelli diletti, sono con voi. Come sempre è il richiamo del vostro cuore spirituale a farmi accorrere prontamente per colloquiare con voi e nel contempo riformularvi il mio amore fraterno. Senza questo richiamo, come espressione della vostra volontà, noi spiriti di altre dimensioni resteremmo inattivi, rispettosi comunque del libero arbitrio delle creature, nostri fratelli.

Vorremmo specificare che l'inattività - nei confronti del prossimo - non significa indifferenza né tanto meno tendenza all'egoismo. Le possibilità di interagire, di condividere e di relazionarsi con gli altri, vengono sempre da una autorizzazione, anche se non esplicita, ma sempre data e concessa dallo spirito a un altro spirito. Così, voi, fratelli miei, nelle vicende umane vi trovate - a volte - in serio imbarazzo allorquando dovete decidere se aiutare - e quindi intervenire nella vita di un fratello - con delle decisioni proprie; o se invece è meglio lasciare all'individuo le determinazioni per la propria vita. Questi momenti si ripetono, sono frequenti nel vostro vivere, ma ci sono dei sistemi, delle modalità per potersi sentire di essere nel giusto.

- Un primo elemento da prendere in considerazione è che ci sia sempre una richiesta, sottintesa o esplicita di aiuto.

- Altro elemento importantissimo è che il fratello si trovi veramente in gravi difficoltà, cioè nella impossibilità di decidere cosa è meglio per se stesso.

- L’altro elemento - da considerare con estrema cautela - è se in questo afflato all'aiuto non ci siano anche elementi personali per dimostrare di essere migliore degli altri, superiore agli altri. Quasi sempre, nelle azioni umane, anche le migliori, di grande generosità e altruismo, se si guarda bene con attenzione, esistono elementi che provengono dall'ego, dall'ego alterato e non dall'ego puro; ed è difficile, a volte impossibile, trovare un’azione di bontà, di altruismo, di amore verso il prossimo dove non c'entri l'ego, dove non ci sia un tornaconto di natura intima e personale.

Riepilogando, quindi, fratelli, quando vi trovate nelle situazioni di dover dare aiuto, passate in rassegna questi elementi, questi punti e comunque se siete decisi ad agire in tal senso, siate anche consapevoli dei rischi che si corrono nei confronti di voi stessi e nei riguardi di chi aiutate.

Qualcuno pensa: “Ma allora sarebbe meglio non aiutare nessuno?” No, non è così! L'aiuto va dato ma in determinate condizioni e con determinati requisiti; altrimenti può assumere anche la forma di una dolce violenza, di un arbitrio.

Se pensate che ogni individuo è un universo sconosciuto, inesplorato da se stesso e dagli altri, come possiamo essere sicuri che il nostro intervento, deciso dalla nostra volontà, possa essere quello più efficace, più utile alla persona in oggetto? Mi rendo conto che, in questa maniera, ogni vostra azione, fratelli, anche nel cosiddetto bene, rivolta al cosiddetto bene, necessita di riflessione e di attenzione continua. Tutto questo perché non si può essere superficiali e, inoltre, perché siamo convinti che non è tutto vero quello che appare!

- La superficialità è di chi è ancora rozzo nella spiritualità, di chi è ignorante nello spirito.

- La superficialità è di chi non usa la riflessione nei confronti degli avvenimenti della propria vita e di quelli del prossimo.

- La superficialità non si addice a nessuna attività della vostra vita nell'ambito del lavoro e nel settore dei rapporti umani che tanto impegnano la vostra esistenza. Ma chi ha sviluppato la propria interiorità, l'ha ingrandita, l'ha espansa, non si ferma mai alla superficie delle cose, degli avvenimenti e scava in profondità perché là sta la verità.

Lo stile della vostra esistenza ha questo aspetto, ha fatto propria questa tendenza!

Ma voi non siete come gli altri e, quindi, quanto più uno è risvegliato, tanto più sente il carico, l'onere della propria responsabilità nell'agire, nelle azioni quotidiane. Per tale motivo avete bandito da tempo i luoghi comuni, gli stereotipi e vi ritrovate a discutere e a colloquiare con la vera parte di voi, con la vera essenza, quella autentica, quella genuina e non quella eterogenea.

Se riflettete bene, fratelli, dall'eliminazione del superfluo, dell'eterogeneo non è scaturito il vuoto ma una pienezza che non sospettavate di possedere, una pienezza interiore che vi fa sentire ricchi, vi fa sentire appagati, gioiosi e non certo isolati dal resto del mondo. Invece, gli altri sono ancora impauriti, timorosi di perdere la zavorra, quel peso enorme che grava sui loro animi, che li fa camminare curvi nel sentiero della vita con il volto rivolto alla Terra anziché verso il Cielo.

Nel sentirsi più leggeri è più facile raddrizzarsi e guardare speranzosi..... 

Per questa sera è tutto, io vi saluto fratelli. 

Addio.

 

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