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L'educazione Spirituale Riconoscimento

L'educazione Spirituale Riconoscimento Del Rispetto E Della Dignità Degli Altri
 
L'educazione Spirituale Riconoscimento
 
27.02.2013
 
Le Guide Angeliche dettano a Lidia al Gruppo di preghiera Amore e guarigione di Catania
 
Fratelli diletti, sono con voi. L'alone di pace, di luce e di amore che si accompagna al mio spirito, inonda questa casa e tutte le persone, i fratelli che sono presenti. Tutti questi elementi potranno , anzi, dovranno diventare, compagni indissolubili della vostra persona affinché - in ogni circostanza della vita - la luce possa servirvi per illuminare e chiarire il vostro pensiero.
 
L'amore fa palpitare il vostro cuore, dà direttive di pace a tutti i moti dell'animo e anche alle vostre parole. In qualsiasi controversia, in qualsiasi diatriba, questi elementi si rendono indispensabili e necessari, in quanto vertono al riconoscimento della dignità e del rispetto di ogni essere umano; nel contempo, fanno si che non si alteri lo stato di equilibrio interiore tanto faticosamente conquistato e mantenuto.
 
Ricordate, dunque, in ogni contrasto con i vostri fratelli, che la vita vi prospetta di fare appello, di chiedere l'ausilio della nostra presenza, se non siete in grado di attivare e mantenere la calma interiore. Ma siamo convinti, anche, che il lungo apprendistato, la particolare capacità acquisita nel mantenere uno status quo di tutte le vostre componenti, non richieda, non più necessiti del nostro intervento.
 
Invece, le modalità su cui si fondano le interazioni dell'umanità tra fratello e fratello, tra uomo e uomo, sono di puro istinto, basate, cioè, sugli istinti primordiali anche se camuffate da quella vernice esteriore di civiltà e di buona educazione.
 
É vero anche che le provocazioni alle quali siete soggetti continuamente sono un dato di fatto; e tanto più esprimete con il comportamento e con il pensiero una serenità interiore conquistata, fatta vostra, tanto più si propongono situazioni di conflitto con qualche fratello, determinate dall’invidia, dalla gelosia e con il desiderio dell'animo di atterrarvi. Per evitare questi attacchi continui e inevitabili, bisognerebbe usare, come fanno tanti altri, la diplomazia, la falsità, l'ipocrisia, elementi che non sono nel vostro costume. Insomma, dovreste ispirare pietà, piuttosto che invidia.
 
Se passate in rassegna tutti i rapporti, o quasi tutti i rapporti, che avete intessuto con amici e parenti, vi accorgerete che ci sono, quasi sempre, questi elementi, pronti a rivelarsi.
 
Molti pensano che la vita sia una lotta continua, una guerra, anche senza spargimento di sangue. E, in effetti, è così - ma solo per chi non ha saputo debellare e superare gli istinti distruttivi verso se stessi e verso gli altri.
 
L'educazione spirituale si deve sempre accompagnare alla educazione civile e, come altre volte abbiamo accennato, non c'è civiltà senza il riconoscimento del rispetto e della dignità degli altri.
 
Il rispetto si rivolge, anche, alla diversità di pensiero, di razza di comportamento.
 
È vero anche che ci sono popoli che sono tuttora ancorati alla vecchia tradizione ancestrale che mal si accorda con il vivere di oggi e in vicinanza con altre modalità di vivere più emancipate; ma se si avesse veramente dentro di sé il senso della fratellanza cosmica, anche questa tipologia di costumi non darebbe disturbo, non sarebbe motivo di polemiche, di contestazioni. Voglio dire, insomma, che nella interiorità, nel gene spirituale siamo tutti fratelli e discendenti dell'unico Dio, anche se denominato in maniera diversa da una religione a un'altra.
 
Spesso, le consuetudini e le tradizioni del luogo in cui si nasce e si vive possono fare apparire un popolo diverso da un altro; ed è questa esteriorità, questa buccia esterna che, spesso, confonde e porta fuori strada. Quando prevale l'indole primitiva, ogni uomo cerca di sopraffare l'altro se lo vede diverso da sé imponendo il proprio pensiero, la propria religione, le proprie tradizioni, il proprio modo di vivere. 
 
Eppure, ci sono stati periodi nell'arco della vostra civiltà, nell'arco dell'epoca della Terra, di grande tolleranza, di grande rispetto: si conviveva nello stesso periodo storico, nello stesso territorio con culti religiosi e tradizioni diverse, ma tutto ciò come frutto di una guida grande ed intelligente che permetteva questo modo di vivere.
 
Sono casi rarissimi e molto sporadici ormai perché, come succede spesso, la tendenza all'odio, la tendenza all'omicidio, alla prepotenza, alla sopraffazione sono elementi che attecchiscono e prevalgono in ogni uomo.
 
C'è chi lavora molto sul riconoscimento di questi elementi per trasformarli ma c'è anche chi pensa che siano troppo radicati nella natura umana e perciò non debellabili. Anche la vostra chiesa cattolica riconosce la debolezza della carne per cui ci si può, sempre, macchiare delle stesse colpe fino alla fine della propria vita; solo i santi e gli eletti, secondo loro, sono, sarebbero in grado di superare questi bassi istinti.
 
E, pertanto, se neanche i cosiddetti rappresentanti di Cristo sono in grado, sono capaci di proporre un cambiamento nell’indole umana con la finalità non di conquistarsi un posto in paradiso ma piuttosto per un quieto vivere reciproco, come può l'uomo, da solo, trasformare se stesso? Eppure vi dico che è possibile, è possibile superare la forza della materia, superare gli istinti primordiali per trasformarli in energie positive, in energie rivolte al bene di se stessi e degli altri.
 
Il riconoscimento delle proprie debolezze, dei propri impulsi non porta necessariamente a uno stato di colpevolezza, non può farci sentire indegni dell'amore di Dio o incapaci di miglioramento, di trasformazioni positive. Il riconoscimento dà anche la possibilità di vedere meglio in se stessi la capacità di crescere, di arricchirsi di conoscenza e di amore. La conoscenza è rivolta all'esterno ma soprattutto all'interno: conoscenza della natura umana in tutte le sue sfaccettature e conoscenza di tutti gli altri elementi che si accompagnano alla natura umana di cui nessuno può negare l'esistenza e la interazione, sempre presente in ogni momento della vita.
 
Dalla collaborazione armoniosa di questi elementi costitutivi - dopo averli riscoperti e riconosciuti - viene fuori l'uomo nuovo, la vera civiltà, la vera modernità. 
 
Parliamo di modernità perché è sbagliato restare fermi al risaputo e rimanere ancorati alle tradizioni in quanto non fanno crescere l'uomo, non fanno crescere l'individuo e, se aumenta la conoscenza - accompagnata anche dal senso di fraternità e di condivisione - allora, si può parlare di uomo moderno che con la sua creatività costruisce un habitat a sua dimensione, crea un mondo che attenua le sue fatiche, le sue tribolazioni, sconfigge tutti i suoi patimenti, le sue angosce. L’uomo creativo mette a profitto l'eredità divina e crea attorno a sé quell’Eden che ha sempre desiderato, che qualcuno gli ha suggerito di aver perduto per sempre. Un Eden interiore oltre che esteriore perché la bellezza, la prolificità della natura, la sua grande generosità, fanno da contorno a questo uomo nuovo, anche nella sua interiorità.
 
Questo è quello che vediamo nella prospettiva nostra dell'eterno presente. La gioia che proviene da queste visioni riempie la nostra esistenza; noi gioiamo per il bene e la gioia degli altri, com'è nella Legge d'Amore. È questo il quadro che vi prospettiamo con immenso piacere, realizzabile dall'uomo di buona volontà.
 
Noi lo proponiamo ancora una volta perché i tempi sono maturi e l’essere umano è pronto per il cambiamento. Tutta l'atmosfera di pessimismo che affligge questa umanità prodotta da numerosi fattori - di poco lavoro, di povertà, di miseria, di discriminazione - sono elementi che verranno superati gradualmente. Il cambiamento avverrà con l'impegno e la buona volontà degli uomini operosi della nuova generazione che ha introiettato i veri valori dello spirito; sono valori universali che reggono al tempo e perciò presenti in tutti i periodi storici, in tutti i luoghi della Terra. Anche voi, fratelli miei, vedrete i frutti, i frutti rigogliosi di questo cambiamento.
 
In questo momento un essere che vi ha lasciato, che ha lasciato questa dimensione terrena da poco tempo, ci propone di fare da interprete tra il suo spirito e voi affinché sappiate del suo stato, del suo stato vibratorio di grande serenità. Vi conferma come certe, come vere le sue conoscenze come punti fermi; vi ricorda con tanto amore, anche per l'amore che gli avete dedicato e la fiducia che verso di lui provavate; vi dà la conferma su alcuni principi di verità con voi condivisi. I suoi spiriti guida lo stanno ulteriormente educando per prepararlo in un prossimo futuro al colloquio con i fratelli umani. Non sappiamo se sarete voi i diretti interlocutori - ma tutto può succedere.
 
Non temete la morte, non temete la dissoluzione del corpo fisico perché la vita, la vera vita è quella che vi attende dopo il trapasso. Nonostante l'esperienza umana sia preziosa, significativa, essa porta con sé aspetti dolorosi, aspetti pesanti. Superata questa fase non ci sono più tribolazioni, non ci sono più affanni né per la cura né per il sostentamento del corpo.
 
Siate sereni e accettate il vostro programma, quello che il vostro spirito ha stipulato e che non può essere cambiato.
 
Addio, fratelli.
 
 
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